lunedì 4 aprile 2011

.Saturday crisis.





Sabato indecente.
Tutto il pomeriggio scandito da attacchi d'ansia per non-so-che-cosa.
Era come avere una pietra sui polmoni ed un istrice conficcato nella trachea. E non ho la più pallida idea del perché.
Dovevo andare ad una cena e non volevo uscire. Per un'ora e mezza ho pensato fortemente di rimanermene in casa senza farmi vedere, finché la prospettiva di dover litigare con la cugina ignorante mi ha spinto a buttarmi fuori dalle mura domestiche.
Ho impiegato un'ora a vestirmi. Provavo roba su roba, togliendomela cinque secondi dopo con disgusto. La mia immagine riflessa era orribile con qualsiasi cosa, e l'ansia cresceva a livello esponenziale. Ho preso a pugni l'armadio da isterica, mi sono messa a piangere, ho ascoltato un po' di HIM per calmarmi.
In macchina altra crisi di pianto, accompagnata dall'AUTOdistruzione dell'autostima. La cosa che so fare meglio.
L'unico momento più tranquillo è stato quando mi ha abbracciato stretta fuori dal locale, lontano dalle mille persone che trovavo più irritanti del solito. Le mie paranoie sghignazzanti continuavano a ripetermi che lui lo faceva solo per pietà, ma non le ascoltavo.

Bevevo San Simone e non le ascoltavo. 

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